AMELIA 

“Il lusso della natura”

di Caterina Vianello

 

AMELIA:

Prosecco doc extra dry biologico, 

in habitat 3650 organic farm

Una bottiglia di prosecco, un bicchiere, un assaggio. 

A voler seguire le tradizionali tecniche di degustazione di un vino, è previsto che si debba realizzare un esame visivo, uno olfattivo e uno gustativo, seguiti da una valutazione complessiva finale. 

Per una volta, però, suggeriamo di compiere un piccolo atto rivoluzionario e sovvertire le regole. Abbandoniamo per un momento bicchiere e bottiglia per andare a degustare un luogo. Osservandolo a lungo, annusando l’aria che sa di terra pulita e di essenze di piante e alberi mischiate insieme, gustando il terreno attraverso i suoi ortaggi e i suoi frutti, e compiendo, alla fine, una valutazione che non può che trasformarsi in una riflessione profonda sul significato di allevare viti e su come ci sia chi, oltre ad essere produttore di vino, riesca ad essere anche produttore di paesaggi

 

Raggiungere il prosecco di Endrius e Pamela significa camminare tra carpini, querce, pioppi, ciliegi, noci, aceri, gelsi, sambuchi, noccioli, meli, nespoli e cinguettii di uccelli e ritrovare il valore e l’anima degli alberi e del bosco negli acini d’uva. Significa comprendere come il vino non esaurisca il proprio ruolo di bene di consumo ma si trasformi in bene di produzione, creando, assieme a tutto il resto, un paesaggio unico e persino incredibile, dove ogni cosa è mezzo e non fine, e dove tutto si tiene. Così, prima di arrivare alle viti, si è pensato di accoglierle in contesto adeguato, piantando alberi e ricreando una biodiversità quasi perduta e riprendendo insegnamenti e pratiche dei secoli passati, in particolare del Rinascimento, quando l’aratorio vitato arborato disegnava il paesaggio e sottolineava il valore della multifunzionalità e dell’interdisciplinarietà piuttosto che della specializzazione e della monocoltura. Le viti hanno così trovato casa in un luogo ospitale, ne sono diventate parte e hanno restituito la generosità ricevuta, permettendo a loro volta di ri-dare vita a uno spazio in cui i confini non solo non esistono ma sono sbagliati da pensare e dove tutto si fa, ancora una volta, “casa”.

“Per capire un vino bisogna camminare le vigne”,   diceva Luigi Veronelli. 

Ecco, il luogo in cui vale la pena camminare prima di arrivare alla nostra bottiglia e al nostro bicchiere, si trova alle porte di Venezia nei terreni dove già in epoca napoleonica erano diffusi vigneti, frutteti, boschi e luoghi di villeggiatura. 

Ha un nome che racconta un’impresa. 

Si chiama Habitat 3650 e racchiude, in due parole potentissime, la Weltanschauung di Endrius Rocco e Pamela Colorio, coppia nella vita e nel lavoro. Brillanti architetti, proiettati in un contesto nazionale e internazionale, comprendono a un certo punto del loro percorso personale e professionale l’importanza di osservare la realtà da una prospettiva diversa, più ampia, in cui ogni disciplina non si muova in modo atomistico ma possa invece dialogare con le altre, trovando arricchimento e crescita. Danno vita a un progetto prima ancora che a un luogo, perché se le idee prendono forma velocemente, la natura richiede e impone tempi diversi. 

Un progetto pilota di riqualificazione ambientale: “habitat 3650 organic farm”. 

Quel numero, 3650, è la sostanza che da quell’idea è stata concretizzata: 3650 essenze arboree autoctone piantate a mano da Endrius e Pamela in un’area agricola di 6 ettari di terreno. 

Un’azienda agricola biologica, secondo chi utilizzi categorie e definizioni. Un “habitat”, invece, per Endrius e Pamela, che in una decina d’anni hanno creato uno spazio in cui i confini tra categorie non esistono e l’agricoltura convive con l’architettura, l’enologia, la gastronomia, la cultura, la didattica.

 

 

 

 

 

“La connessione tra arte, design, natura, ambiente, sostenibilità, ed architettura, tra coltura e cultura, sonno gli elementi trainanti del progetto che crede fortemente nell’interdisciplinarietà, alla base del processo formativo dell’azienda agricola biologica e dell’ ospitalità agrituristica, in una visione esperenziale e sostenibile dell’ospitalità.”

Un tempo Olmo, nei secoli d’oro della Serenissima, era luogo di villeggiatura, “buen retiro” per i nobili e i proprietari terrieri che qui trovavano svago tra prati, campi, vigne e case coloniche, come raccontano i documenti conservati nell’Archivio di Stati e i catasti di epoca napoleonica. Endrius e Pamela, il loro lavoro, i loro alberi e le loro viti hanno permesso al passato di tornare, contestualizzandolo nella modernità. A dialogare con alberi e viti, infatti, è stata costruita un’abitazione realizzata in bioedilizia sostenibile a zero emissioni. Legno e vetro non tracciano confini, li annullano: non esistono un “dentro” e un “fuori”, tutto vive insieme, e gli alberi, le viti e i prodotti dell’orto fanno parte della casa esattamente quanto le pareti, le finestre, gli oggetti.
Per questo il prosecco di Endrius e Pamela e di Habitat 3650 è un bene culturale e per questo osservarne i riflessi verdi, annusarne il profumo di fiori bianchi e mela verde, gustarne il sapore leggero e dall’inattesa dolcezza significa ritrovare in un bicchiere gli alberi, i frutti, i campi, la terra e la casa che crescono attorno. Significa assaggiare la biodiversità e un modo diverso di pensare al rapporto tra uomo, ambiente, paesaggio, guardando anche alla lezione dell’architettura organica. Significa, insomma, costruire quell’“umanesimo rurale” di cui parlava Ulderico Bernardi, sociologo e acutissimo osservatore del Veneto, della sua storia e dei suoi abitanti. 

Non viticoltura intensiva quindi, ma esclusiva e allo stesso tempo inclusiva, da qui “Amelia: Il lusso della natura”.  Viticoltura che diventa, non solo biologica, ma valore aggiunto in quanto parte di un ambiente interdisciplinare costruttore di paesaggio.

Piccole produzioni esclusive, lavorate a mano, selezionate e numerate. Dedicate ai propri ospiti, alle persone che desiderano conoscere e condividere questo progetto, far parte di questo nuovo habitat, far parte di Habitat 3650 organic farm.

 

 

“Dal cancello d’ingresso ai filari di viti e poi alla casa, tutto legno: un agriturismo signorile dove eleganza, funzionalità e semplicità si coniugano in modo armonico col valore aggiunto della bellezza. Ora ho capito meglio e già così è una proiezione verso il futuro, capace di ospitare viaggiatori internazionali amanti del buon gusto, della quiete e di degustazioni di qualità. La cosa mi stuzzica e vorrei mandare, se me lo permette, una mia brava giornalista, per poi pubblicare un articolo sull’agriturismo come esempio di signorile ospitalità, sulla scia della tradizione veneziana, i cui patrizi ospitavano illustri visitatori esteri – ai tempi del grand tour d’Italie – nelle loro ville di campagna.”                         giampiero r

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HABITAT 3650 ORGANIC FARM

Via Olmo, 7
30174 VENEZIA ITALIA
P.iva 03364550271
REA: VE – 367706

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